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Posts Tagged ‘mafia’

Gli eroi non muoiono mai


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“Fiore di campo nasce
dal grembo della terra nera,
fiore di campo cresce
odoroso di fresca rugiada,
fiore di campo muore
sciogliendo sulla terra
gli umori segreti”

Peppino Impastato

…chi ti dimentica é connivente…

La causa e l’effetto


Italia repubblica delle banane

La repubblica delle banane

Ormai l’intera discussione “politica” verte sulle notti di Arcore, come se gli istinti sessuali del megalomane dittatorello fossero di interesse della platea popolare che si trova sempre di più a fare i conti con la atavica difficoltà di arrivare a fine mese. In mezzo a questo penoso teatrino, nel quale sguazzano soprattutto i moralisti radical-shic che finalmente hanno qualcosa da additare per nascondere il loro vuoto di idee, viene da chiedersi se il dittatorello sia la causa o l’effetto dello squallore in cui beatamente ristagna questo paese. Perché – al di là delle comprensibili ma risibili difese d’ufficio mediatiche che ci propinano da giorni i servi assoldati dal dittatorello – ciò che fa davvero rabbia è l’immobilismo ideologico e l’assenza di dignità di un popolo, che nonostante discenda dai padri della civiltà, continua a cullarsi, apatico, in un finto benessere che gli consente di rimanere distaccato dalla realtà. Ma cosa deve ancora fare questa accozzaglia di manigoldi e affaristi interessocratici per far sì che finalmente anche l’italiano si ribelli? Un giorno si scopre che il dittatorello ha rapporti con la mafia, un altro che induce minorenni alla prostituzione, un altro che chiama in questura abusando del suo potere, un altro che Bondi finanzia e assume i propri familiari, un altro la compravendita di parlamentari, un altro che Bertolaso assegna appalti (soldi pubblici) agli amici degli amici, un altro che una consigliera regionale viene pagata con soldi pubblici per organizzare festini hard, un altro che un parlamentare pdl mentre alla camera si vota la sfiducia a Bondi se ne sta a guardare le escort sull’i-pad, un altro che il sindaco di Roma assume parenti ed amici portando allo sbando il servizio pubblico dei trasporti, un altro che ex prefetto ed ex presidente della Regione Campania sono indagati per disastro ambientale, un altro che la libertà d’informazione è ai minimi mondiali etc. Possibile che nel Nord-Africa mandino via dei veri e propri dittatori e qui continuiamo a tenerci un losco figuro che ha spaccato in due fazioni di tifosi il paese? Possibile che continuiamo a farci infinocchiare da una casta di notabili, il cui unico scopo è vivere sulle spalle della gente? La dignità dovrebbe essere un tesoro più importante di ogni ricchezza, ma evidentemente l’italiano medio è così terrorizzato dal perdere quel poco che ancora gli rimane da turasi il naso di fronte ad ogni schifezza cui è obbligato ad assistere. Allora, comincio a pensare che il dittatorello è soltanto l’effetto di un paese privo di orgoglio, talmente assuefatto alla sottomissione – fin dalla caduta dell’impero romano – che non gli frega nulla della realtà che lo circonda.

Una (seconda) repubblica fondata sulla mafia.

23 novembre 2010 Lascia un commento

MafiaL’Italia è ormai una repubblica democratica fondata sulla criminalità organizzata. Partiamo dal vertice della piramide: la Corte di Cassazione ha riconosciuto provati i rapporti di Andreotti con Cosa Nostra, pur avendolo poi assolto per prescrizione. Più recente è la condanna, anche in secondo grado, di Dell’Utri, il cantore dell’eroe Mangano, per concorso esterno in associazione mafiosa. E poi, Cuffaro, noto per aver festeggiato con i cannoli la condanna per aver favoreggiato la mafia. Il Parlamento è, o è stato, ricco di personaggi indagati per rapporti con associazioni mafiose: Firrarello, Floresta, Gentile, Di Girolamo, Cosentino, per citarne qualcuno. Scendendo lungo la piramide, ritroviamo poi tutti i comuni sciolti per mafia, tutti gli appalti vinti dalle associazioni criminali, tutti gli imprenditori taglieggiati, la gestione dei rifiuti, il voto di scambio etc. In poche parole, ogni aspetto della vita pubblica, dalla politica all’iniziativa economica privata, fa i conti con il fenomeno mafioso, che è ben radicato nel nostro territorio, dal sud al nord. Essendosi il fenomeno sviluppato gradualmente nel corso del tempo, è inevitabile che all’ultimo stadio della crescita abbia inteso insediarsi nelle istituzioni, controllando, direttamente o indirettamente, la vita di un intero stato. Già Falcone aveva intuito l’esistenza del “terzo” livello, che trova sempre più conferma con le indagini sul cd. patto stato-mafia successivo alle stragi, allorquando Cosa Nostra ha definitivamente messo le proprie mani sulla cosa pubblica. La mafia consiste nella volontà di piegare l’interesse pubblico a quello proprio o della propria “famiglia” in senso lato, utilizzando la prepotenza per affermare il proprio predominio a discapito della collettività. La mafia, quindi, è divenuta ormai una mentalità, un modo d’essere della società nella quale viviamo. Basta riflettere a tutto ciò che accade intorno, in un contesto fossilizzatosi sul concetto tipicamente mafioso di “famiglia” in senso lato, ossia di appartenenza ad una cricca che ha come obbiettivo quello di fare l’interesse proprio o delle “proprie” persone, anche mediante l’uso della prepotenza. La “raccomandazione” cos’è se non il voler favorire una persona della propria cerchia a danno del più meritevole? La corruzione in cosa consiste se non nel piegare a proprio vantaggio un sistema mediante l’uso del denaro? Sporcare una strada gettandovi una carta che a casa propria si butta nel cestino dei rifiuti cos’è se non disprezzo per il bene collettivo? Utilizzare la corsia preferenziale per saltare il traffico non è un modo prepotente di imporre il proprio interesse a quello della collettività? Stanziare fondi pubblici alle scuole private, mentre le scuole pubbliche cadono a pezzi, non è una “imposizione” di un potere forte in cambio dell’appoggio elettorale? Questo è diventato il nostro stato: una grande cricca di furbetti del quartierino, che, facendo leva sulla condotta omertosa di chi si adegua perché “così funziona”, ha fatto della cosa pubblica uno strumento di tornaconto personale. Oggi, la mafia non uccide più come in passato, perché non ne ha bisogno: è talmente penetrata nella mentalità di ogni singolo da trovarsi la strada spianata! E’ così addentro alle istituzioni che per eliminare una persona scomoda non necessita più del ricorso alle bombe, essendo sufficiente, e meno eclatante, un provvedimento amministrativo di trasferimento del magistrato scomodo. Quindi, gli arresti “ad orologio” di cui si vanta il ministro leghista con il manganello pronto (solo ovviamente per i deboli), non risolvono un bel niente, perché la guerra la si vince modificando radicalmente una mentalità che, anche per colpa grave dei politici al potere, si è diffusamente insinuata ad ogni livello della piramide statuale. Il primo passo, conseguentemente, è il rinnovamento di una classe dirigente ormai collusa, anche solo per mera mentalità omertosa, con un sistema mafioso che ha raggiunto il suo scopo: colonizzare un intero stato, piegandolo alla propria volontà, alla volontà della “famiglia”. La vera svolta democratica, allora, presuppone un rivolgimento dell’intero sistema, che smuova le coscienze di coloro che si sono assuefatti ad un modo di vivere che non può essere più tollerato, il quale poggi le proprie fondamenta non più sul concetto individualistico di “famiglia”, ma su quello di “collettività”.

Dignità!!!


Dell'Utri Contestato

Contestazione a M. Dell'Utri

Finalmente! Un sussulto di dignità da far accapponare la pelle, perché proveniente da un popolo ormai servo di un regime becero e “interessocratico”, nel quale, se non sei uno di loro, quasi non esisti. Questo rappresenta la protesta levatasi nel comasco nei confronti di un pregiudicato che si accingeva a discettare, in chiave revisionistica, di fascismo, mentre vergognosamente continua ad inquinare le istituzioni dello stato grazie ad elezioni farsa nelle quali i capi delle segreterie di partito decidono i galoppini da insediare in parlamento, infischiandosene della volontà popolare. Quei fischi, quei cori, quegli striscioni, quindi, rappresentano uno schiaffo ad un regime, che seppur abilmente mascherato da democrazia, continua imperterrito a calpestare, quotidianamente, i principi fondamentali della costituzione e dello stesso diritto naturale, manganellando chi prova ad aprire gli occhi nella nebbia del finto benessere artatamente propinatoci con il fine di incatenare le nostre coscienze. Leggi tutto…