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Il disprezzo del popolo sovrano


Democrazia italiana

Democrazia italiana

Purtroppo i politicanti italioti continuano nella loro corsa alla tutela dei privilegi personali, incuranti della situazione di crisi e, soprattutto, della volontà espressa dal popolo sovrano. Nel mese di maggio, gli abitanti della regione sardegna erano stati chiamati ad esprimersi con un referendum abrogativo su varie materie. Raggiunto il quorum, la popolazione sarda aveva deciso, tra le altre cose, di abrogare la norma che disciplinava l’equiparazione degli emolumenti del singolo consigliere regionale all’80% di quelli dei componenti del parlamento nazionale. In altri termini, il popolo sovrano sardo aveva cercato di ricondurre nell’alveo del buon senso gli stipendi dei consiglieri regionali sardi. Ed invece, i consiglieri regionali sardi, con la solita furbata all’italiana dell’emendamento introdotto di notte, che cosa hanno fatto? Si sono riassegnati lo stipendio (“Sardegna, dopo il referendum anticasta i consiglieri si «riassegnano» lo stipendio” da Il Corriere on-line) !E tale emendamento, come al solito, è stato approvato praticamente all’unanimità! Mai un politico che si distingua per etica e moralità! Quando si tratta di difendere i propri privilegi tutti uniti. Insomma, l’irritazione per i politicanti che ormai serpeggia nella società civile, non ha insegnato nulla! Il popolo con un referendum dice che vuol tagliare lo stipendio del proprio dipendente che siede nelle istituzioni, e costui, con estremo disprezzo per la volontà popolare, fa ciò che gli pare, facendo rientrare dalla finestra ciò che era stato cacciato dalla porta. Dov’è la democrazia in questo paese? Come possono 60 consiglieri regionali infischiarsene del risultato del più importante, almeno teocricamente, strumento di partecipazione dei cittadini alla vita politica, senza che nessuno intervenga? Purtroppo l’autoreferenzialità dei politici è divenuta ormai intollerabile! Non sono loro che devono decidere sui privilegi che hanno, ma la popolazione da amministrare: i rappresentanti del popolo devono decidere soltanto sul modo di gestire la cosa pubblica, ma non devono stabilire autonomamente i propri privilegi, tra cui lo stipendio! Questi malfattori hanno dimostrato, per l’ennesima volta, la considerazione che hanno per i loro elettori, un disprezzo insormontabile quando si tratta di difendere i propri interessi, soprattutto economici. Che continuino pure con le loro furberie e ruberie, non fanno altro che alimentare il disprezzo che la popolazione nutre nei loro confronti: chi è causa del suo mal pianga sé stesso!

Toglietemi tutto, ma non il mio finanziamento a carico dei cittadini


Rimborsi ai partiti, Camera vota sì al dimezzamento, no all’abrogazione” (da ilfattoquotidiano.it): adesso dica qualcosa al paese il buon bersani oppure alfano faccia la sua offerta politica nuova! Li stiamo aspettando… La finiranno, eccome se la finiranno questi vampiri di mantenere i loro sporchi e odiosi privilegi chiedendo sacrifici continui ai cittadini perbene!

Casini-Bersani-Alfano

Dimezziamolo … almeno per dimagrire un pò … prima dell’estate …

SIIIIIIIIIIIIII

13 giugno 2011 1 commento

Raggiunto il quorum

Raggiunto il quorum

Hanno tentato fino all’ultimo di sabotare i referendum! Un ministro dell’interno che, ad urna aperte, afferma che il quorum sarebbe stato raggiunto. Un presidente del consiglio che rilascia dichiarazioni mentre ancora c’è da chiudere i seggi! Non sanno più che fare, ora che il potere sta loro sfuggendo di mano. Io sto godendo come un riccio!!! Stanno perdendo il controllo. Il separatista con il portafoglio a roma bossi aveva invitato a non votare, e dove c’è stata l’affluenza più alta? Al nord! E’ la vittoria dell’Italia per bene, di quelli che non si sono mai piegati a questi luridi cialtroni aggrappati alla poltrona e di quelli che, finalmente, stanno cominciando a rendersi conto della realtà incresciosa nella quale ci stanno conducendo i manigoldi che hanno imbavagliato le istituzioni e l’informazione. E’ la vittoria della rete, che ha consentito di divulgare ciò che ai media tradizionali era stato proibito dal regime. Ma soprattutto è la voglia degli italiani di riprendersi lo status di cittadini, che negli ultimi tempi sta uscendo prepotentemente fuori, travolgendo come uno tsunami i partiti anti-democratici e ladri dei rimborsi elettorali, i politicanti delinquenti che li compongono e i loro “liberi” servi lacché, che dalle colonne dei loro giornali nemmeno si sono degnati di indicare le percentuali di votanti (vero libero, di nome ma non di fatto?). AVANTI TUTTA!!! Non fermiamoci, perché questi sono duri a morire…

Ripartiamo da 41,1%

13 giugno 2011 Lascia un commento

11,6% di votanti alle 12


FORZA!!! UN ALTRO PICCOLO SFORZO PER RIAPPROPRIARCI DI CIO’ CHE CI APPARTIENE… QUESTO REFERENDUM RAPPRESENTERA’ LA VITTORIA DEI CITTADINI E DELL’UNICO VERO ORGANO DI INFORMAZIONE ANCORA ESISTENTE IN ITALIA: INTERNET.

Il bene essenziale


L'acqua non si vende

Io voto "SI"

I comitati per il no ai referendum sull’acqua giustificano questa scellerata scelta sostenendo la disinformazione sulla struttura dei quesiti. In particolare, evidenziano che votando no non si privatizzarebbe l’acqua, ma soltanto la gestione della stessa, perché l’acqua resterebbe un “bene comune”. Io invece parto da un presupposto completamente diverso. Innanzitutto, considero l’acqua non semplicemente un “bene comune”, come ce ne sono tanti altri in una comunità (ad esempio, le strade pubbliche, i parchi, le spiagge etc.), ma la considero un “bene essenziale”, ossia uno di quei beni senza i quali l’uomo non potrebbe vivere. Allora la prospettiva cambia radicalmente, perché la essenzialità per la vita umana ne implica, inevitabilmente, la necessaria accessibilità a costo zero per chiunque. Se vincessero i no o, il che è lo stesso,  non si raggiungesse il quorum, si aprirebbe lo spiraglio per i privati di entrare nella gestione dell’acqua, “bene essenziale”. L’imprenditore privato, che in genere non è un filantropo, ha un unico obiettivo: il profitto. Conseguentemente, nel momento in cui un imprenditore privato decidesse di investire nel settore dell’acqua mirerebbe innanzitutto a rientrare dell’investimento compiuto. Considerando lo stato degli acquedotti italiani, l’investimento sarebbe piuttosto cospicuo: come potrebbe l’impenditore rientrare dell’ingente somma spesa per ristrutturare gli acquedotti? L’unica risposta che mi viene in mente è: aumentando le tariffe per l’uso dell’acqua “bene essenziale”. Premesso che nel nostro stato ogniqualvolta si è tentato di liberalizzare qualche settore dell’economia non si è mai raggiunto il fine cercato, perché le lobbies se ne fregano di dare servizi, pensando anzitutto al profitto (si pensi alla assicurazioni e alla benzina per fare gli esempi più eclatanti), in ogni caso la “liberalizzazione” dell’acqua impedirebbe quell’accesso a costo zero che deve necessariamente sottendere fornitura di un “bene essenziale”. In altri termini, essendo l’acqua non un mero “bene comune”, bensì un “bene essenziale”, tutti devono potervi accedere! Se aumentassero le tariffe si porrebbero barriere all’accesso e l’acqua, come altri beni, finirebbe di essere un “bene essenziale” per diventare un qualsiasi bene comune. Si pensi a ciò che accade con le concessioni delle spiagge ai privati: le spiagge sulle quali insistono i lidi privati restano “beni comuni”, ossia di tutti, ma l’accesso è sbarrato dal pagamento di un compenso al gestore del lido. In altri termini, la spiaggia resta teoricamente un bene comune perché tutti ci possono accedere, ma nei fatti l’accesso è ristretto dal prezzo del biglietto dl’ingresso, spesso molto elevato, sicché nella realtà delle cose il bene, pur comune, non è accessibile a tutti! Orbene, l’avete fatto con le spiagge, non lo farete con l’acqua: è un BENE ESSENZIALE! Per questo voto SI ai referendum sull’acqua.

4 sì contro lobbies e regime

6 giugno 2011 2 commenti

4 si contro le lobbies

4 si contro le lobbies

Le consultazioni referendarie del 12 e 13 giugno hanno un significato rilevante, perché danno la possibilità al cittadino di uscire dalla sudditanza e sferrare un duro colpo al regime e alle lobbies che lo sostengono. Per capire l’importanza di tale voto basti considerare l’ostracismo del potere avverso lo stesso:

1) mancato accorpamento dei referendum con il voto amministrativo (complici anche gli onorevoli (drang) deputati dell’opposizione colpevolmente assenti al momento del voto in Parlamento);

2) mancata informazione di RAI e mediaset, di proprietà legale o di fatto del dittatorello;

3) tentativo del governo di eliminare il quesito sul nucleare, quello trainante per il raggiungimento del quorum, mediante una balorda manovra di rinvio della costruzione delle centrali nucleari.

Il regime, dunque, le sta provando tutte pur di evitare il raggiungimento del quorum, il che dimostra che gli interessi forti che lo sostengono stanno spingendo per il fallimento dei referendum. Perché? Per  gli interessi economici che ci sono dietro! La costruzione di centrali nucleari significa innanzitutto appalti pubblici per i costruttori, ossia tangenti, favori agli amici degli amici etc.; la privatizzazione dell’acqua implica l’entrata in un business milionario, che specula sul bene primario della vita. E poi il solito, immancabile interesse personale del dittatorello, timoroso di perdere il privilegio sovrano del legittimo impedimento. Già soltanto per questi motivi vale la pena di andare a votare, anche da parte di coloro che, non ritenendo di essere rappresentati dai politicanti italiani, si astengono in occasione di politiche e amministrative. Anzi, proprio il popolo degli astensionisti ha in questa tornata elettorale la possibilità di dare una spallata al regime dal quale non si sentono rappresentati perché espressione unicamente dei poteri forti, le lobbies, anziché della comunità. E’ questo il momento giusto di ritrovare la scheda elettorale e farsi sentire, mandando a quel paese poteri forti e politicanti conniventi, che fondono la loro vita sul profitto ad ogni costo. Allora, mettiamola in culo all’informazione serva del potere e facciamo girare l’invito mediante la rete, sms e passaparola. Non diamogliela vinta: servi di nessuno, per cui MANDIAMOLI A CAGARE!!!