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L’onorevole parcheggio


Antonio Mazzocchi

Tu! Suddito! Non sai dove parcheggiare …. cazzi tuoi!

Siamo noi che siamo antipolitici o sono loro che fanno di tutto per attirarsi addosso l’odio della gente? In un’intervista al messaggero, il tal onorevole antonio mazzocchi, del Partito Dei Ladri, cerca di giustificare lo stanziamento di 5 milioni di euro per consentire ai parlamentari di parcheggiare, affermando in maniera espressa che gli onorevoli e gli impiegati del palazzo dei privilegi non possono andare in parlamento con i mezzi pubblici, perché «i mezzi pubblici non funzionano bene e dobbiamo consentire ai deputati e agli impiegati di andare a lavoro» (da Il Messaggero “Parcheggi deputati, l’onorevole: «I vigili prima di farci la multa ci avvertono»). L’onorevole privilegiato forse non sa, o forse se ne frega, che ci sono centiania di migliaia di cittadini che si alzano un po’ prima dal letto per andare a lavoro con i mezzi pubblici, o perché la benzina costa troppo o perché non hanno un parcheggio riservato gratis per metterci l’auto. L’onorevole privilegiato forse non pensa, o forse se ne frega, che quei 5 milini potrebbero essere usati per comprare qualche autobus in più che consenta a lui e a quelli come lui di recarsi in parlamento con i mezzi pubblici. L’onorevole privilegiatio non sa che mentre lui deve andare in parlamento per ben 3 giorni a settimana, i cittadini viaggiano nei vagoni della speranza di metropolitane, trenini, tram e autobus per almeno 5 giorni a settimana, per guadagnare 10 o 20 volte meno di quanto guadagna il suddetto onorevole privilegiato. L’onorevole privilegiato non sa, o fa finta di non sapere, che se i servizi pubblici non funzionano è spesso colpa sua o di quelli che come lui occupano le poltrone istituzionali per meri fini personali e per immettere nelle aziende pubbliche infornate di amici e amici degli amici e concedere ai soliti amici gli appalti pubblici. L’onorevole privilegiato fa ancora più pena perché si trova a dover pagare le multe per aver parcheggiato in divieto di sosta e sempre che non venga gentilmente invitato dalla polizia municipale a spostare la macchina prima che gli venga elevata la contravvenzione: « dobbiamo ringraziare i vigili urbani della zona che sono molto cortesi: spesso e volentieri prima di fare la multa ti chiamano e ti dicono di spostare la macchina». Perché evidentemente l’onorevole privilegiato non sa, o fa finta di non sapere, che la polizia municipale di roma eleva le multe ai cittadini comuni senza prima avvertirli  di spostare le macchine. Forse l’onorevole privilegiato non sa, o peggio fa finta di non sapere, che la gente si è rotta i coglioni dei suoi privilegi!

Ma come si può non generalizzare?


In allestimento nuova sede consiglio regionale Lazio

In allestimento la nuova sede del Consiglio Regionale del Lazio

In questi giorni stiamo assistendo ad uno stillicidio di provvedimenti della magistratura e del governo rivolti a combattere il malaffare politico. Si è partiti da “er (ciccione) batman”, per arrivare ai gruppi consiliari di piemonte, campania ed emilia romagna, passando per il molise e il consigliere laziale dell’idv, fino allo scioglimento del consilgio comunale di reggio calabria per continguità mafiosa e ad arrivare all’arresto dell’assessore lombardo zambetti che si è comprato i voti delle ‘ndrine. Vero è che non bisognerebbe fare di tutta l’erba un fascio, ma come si può non pensare male della intera classe politica italiana? Come si può, per il cittadino mai tanto lontano dalle istituzioni, non ritenere che siano tutti uguali? Finché ci sarà questo distacco tra il politico, di qualsiasi livello e grado, e il cittadino che dovrebbe rappresentare e tutelare, nessuno potrà tacciare di qualunquismo il pensiero della maggior parte della popolazione. Perché i privilegi di cui godono i politici nostrani, derivanti oltretutto da una inspiegabile autoreferenzialità delle istituzioni (in sostanza se li concedono da soli) e dalla prepotenza provincialotta dei governanti, sono diventati così odiosi, soprattutto in un periodo dove ad essere tartassati sono i soliti noti, da non trovare più alcun tipop di giustificazione! Ma chi dice che un parlamentare debba guadagnare in una legislatura tanto quanto un operaio non riesce a guadagnare in 40 anni di lavoro usurante? Ma chi ha deciso la gerarchia del merito? Perché un consigliere regionale dovrebbe essere considerato migliore di uno spazzino e quindi guadagnare di più? Certo, in uno stato ideale, dove il rappresentante venisse eletto regolarmente solo per la sua capacità di governare e realizzare l’interesse collettivo, e non per le infilitrazioni mafiose o gli accordi sottobanco con i poteri forti, allora sarebbe, non giusto, ma quantomeno comprensibile, nel sistema attuale, una differenza di retribuzione così notevole. Ma nel mondo reale, nel quale si sa che i governanti sono spesso incapaci, che sono lì per favori e compera di voti, e comunque unicamente per realizzare interessi personali e familistici, diventa inconcepibile una divaricazione tanto profonda ed estesa con il cittadino medio. Ed ecco che per dare il contentino, i banchieri approvano in fretta e furia un decreto legge di tagli agli enti locali che, nel marasma generale, colpiscono tutti, acominciare dai cittadini stessi. Anziché intervenire sulle sacche del malaffare, con pene esemplari e incisive, quali l’allontanamento definitivo dalla vita pubblica e il pignoramento di tutti i beni comprati con i soldi pubblici, si avocano i poteri delle regioni, come se in questo modo si possa combattere il problema. Allora, il populismo e la demagogia non sono astratte visioni dell’uomo qualunque, ma la conseguenza del modo in cui si comportano i balordi incollati alle poltrone, checché ne dicano bersani & c.

E’ troppo banale cambiare le cose…

26 settembre 2012 Lascia un commento

Fiorito

“io sono io e voi non siete un cazzo!”

Da giorni si parla della schifosa vicenda dei consiglieri regionali della regione lazio, come se si trattasse di un qualcosa di atipico e nuovo. Quasi che la vox populi del “magna magna” fosse pura leggenda o (come voleva dare a credere il macho man di arcore) frutto della invidia dei comuni mortali nei confronti degli eletti (non in senso di rappresentanti eletti dal popolo, ma di privilegiati). La verità è che la corruzione, il malaffare e le malversazioni dei politici sono sotto gli occhi di tutti, tutti i giorni: dalle raccomandazioni sui luoghi di lavoro o ad un concorso, ai favori agli amici. Si tratta del modus operandi tipico dell’intera società italiana, la quale, evidentemente, priva di un solido sostrato di civiltà, considera il benessere personale come uno status symbol, da perseguire a tutti i costi, meglio se a spese degli altri. Ed ecco che i politici, di ogni estrazione e colore, cercano il posto in una istituzione per lucrare, per portare a casa soldi facili per fare la bella vita. L’istituzione, quindi, e lo stato in primis, non è vista quale luogo di direzione della comunità, ma come strumento di arricchimento e favoritismi personali. Dal dopoguerra è sempre stato così! Altrimenti non si spiegherebbe che in parlamento siedono le stesse facce da culo anche da 40 anni! Non si spiegherebbe come un maiale di nome fioriti, dopo aver sottratto alla comunità fondi pubblici per spese personali, abbia il coraggio di minacciare che si ricandiderà! Non si spiegherebbe la sceneggiata, stile napoletana, della polverini, che anziché assumersi le proprie colpe (ma non era la presidente della giunta?), si scaglia sugli altri. Eppure lo stato delle cose potrebbe essere modificato con degli interventi molto semplici, che, pur non azzerando il fenomeno, quantomeno potrebbero aiutare a modificare la mentalità inculcata nell’italiano medio, di cui la delinquenza politica si nutre: 1) eliminazione del finanziamento pubblico a partiti, partitini, gruppi e gruppetti; 2) una legge anticorruzione con i controcoglioni, con la interdizione definitiva dai pubblici e privati uffici di chi viene colto con le mani nel sacco, facendo rientrare nel reato di corruzione anche la raccomandazione; 3) adeguamento dello stipendio di parlamentari, consiglieri e assessori a quello medio previsto dal contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, con possibilità di rimborso spese parametrato a giustificativi e per attività concretamente svolte nell’interesse dell’ente; 4) non più di due mandati complessivi (a prescindere dalla poltrona occupata). Si tratta di una mera utopia, ovvio! Basti considerare che i deputati che compongono l’attuale parlamento non approvano nemmeno il testo anticorruzione, molto morbido, presentato dal governo dei banchieri. Si tratta di 4 cose ovvie, quasi banali, le quali porterebbero ai seguenti risultati: eliminazione di inutili spese per i candidati alle elezioni, che verrebbero votatu non per i numerosi manifesti affissi, che tra l’altro sporcano, con quelle facce di bronzo, le città, ma solo per le idee che esprimono; candidatura alle elezioni di chi davvero ha voglia di dare una mano alla collettività, governandola per vocazione e non per arricchirsi; eliminazione dalla vita pubblica dei corrotti; taglio dei legami gelatinosi tra poteri forti e governanti. Una proposta del genere verrebbe tacciata con i termini di “populismo”, “antipolitica”, “demagogia” e compagnia bella, ossia tutte quelle parole senza significato con cui gli attuali politici bollano tutte le iniziative volte a levargli la poltrona da sotto il culo flaccido. O forse è troppo banale per quei delinquenti al potere che sono abituati a trovare le soluzioni più ingegnose pur di continuare a fottere il prossimo?

E’ crisi anche per loro?


Assemblea Regionale Siciliana

Anche i ricchi piangono – gli onorevoli siciliani senza stipendio

Sembra che la regione siciliana sia in ritardo con il pagamento dei lauti stipendi degli onorevoli che siedono nell’ars (il parlamento della regione autonoma sicilia). E subito il presidente di cotanta onorevole assemblea si è risentito: “Trattati come un qualunque fornitore” (“Sicilia, stipendi da 13mila euro in ritardo. Scoppia la protesta dei 90 deputati”  da Il Fatto Quotidiano). Come se la loro attività fosse più importante di coloro che di mattina si alzano dal letto per lavorare davvero, restando mesi, a volte anni, in attesa di essere pagati da questo o quell’altro ente statale! La regione autonoma siciliana è in piena crisi finanziaria e costoro, che hanno compartecipato all’affondamento dell’isola, trovano il tempo di lamentarsi di un ritardo di pochi giorni! Chissà, forse questo è l’unico modo per fargli sfiorare la realtà da cui si sono da tempo rifugiati.

Le ferie del dinosauro


Cicchitto

Cicchitto – a rischio le sue vacanze!

Siede in parlamento dal 1976, quindi mangia sulle nostre spalle da oltre 30 anni. Ex socialista, riciclatosi, uno dei tanti, in forza italia, senza mai perdersi una legislatura. Cicchitto è l’archetipo del politicante medio itagliano, ossia di colui che non ha mai lavorato in vita sua, facendo della politica una professione per vivere sulle spalle dei cittadini, senza peraltro portare alcun risultato. Quando è andato in malora il psi del ladrone per eccellenza, ha capito che l’uomo nuovo in grado di salvare il suo posto di lavoro era il suo sostituto naturale, il macho man di arcore, cosicché, da vero esperto di trasformismo politico, ha virato tutto a destra, riuscendo a mantenere il seggio parlamentare che gli consente di lavorare tre giorni a settimana con uno stipendio da nababbo e la pensione d’oro assicurata. Quest’uomo ha lavorato talmente tanto in questi ultimi 30 anni che ha il diritto di godersi le ferie lunghe dei parlamentari, quelle che iniziano a luglio e terminano a settembre. Ed infatti, sembra che ieri, di fronte alla possibilità di intrattenrsi nel parlamento italiano fino al 12-13 agosto, abbia sbottato contro il ministro giarda: “Io ve lo dico: se ci volete far stare qui fino al 12-13 di agosto, sono problemi vostri… A quel punto ve la dovrete trovare voi una maggioranza: in bocca al lupo!“. Insomma, meno di un italiano su due quest’anno andrà in vacanza, nonostante sia costretto a lavorare per un anno intero, almeno 5 giorni a settimana, almeno 8 ore al giorno, per 1000 euro al mese, e questo parassita di stato, che non ha mai visto l’ombra di un callo sulle sue manine delicate, che si sono limitatate in tutta la sua vita a pigiare un bottoncino sullo scranno parlamentare, minaccia di far cadere un governo se lo costringesse a lavorare sino ai primi giorni di agosto! E’ vero che la vergogna non sanno nemmeno dove stia di casa, ma costoro sembrano istigare il popolo a prenderli a calci nel culo! Quando il suo capo fu aggredito a milano nel dicembre 2009, con la famosa statuetta del duomo, parassita-cicchitto ha accusato in Parlamento come “la mano di chi ha aggredito Berlusconi è stata armata da una spietata campagna di odio“, senza rendersi conto che la mano dei cittadini viene armata dai parassiti di stato come lui, che nonostante la situazione nella quale ci hanno condotto, continuano imperterriti ad aggrapparsi alle poltrone istituzionali, anziché dimettersi, porgere le scuse, abbandonare la vita pubblica e rinunciare ai privilegi di cui continuano impunemente a godere.

Il disprezzo del popolo sovrano


Democrazia italiana

Democrazia italiana

Purtroppo i politicanti italioti continuano nella loro corsa alla tutela dei privilegi personali, incuranti della situazione di crisi e, soprattutto, della volontà espressa dal popolo sovrano. Nel mese di maggio, gli abitanti della regione sardegna erano stati chiamati ad esprimersi con un referendum abrogativo su varie materie. Raggiunto il quorum, la popolazione sarda aveva deciso, tra le altre cose, di abrogare la norma che disciplinava l’equiparazione degli emolumenti del singolo consigliere regionale all’80% di quelli dei componenti del parlamento nazionale. In altri termini, il popolo sovrano sardo aveva cercato di ricondurre nell’alveo del buon senso gli stipendi dei consiglieri regionali sardi. Ed invece, i consiglieri regionali sardi, con la solita furbata all’italiana dell’emendamento introdotto di notte, che cosa hanno fatto? Si sono riassegnati lo stipendio (“Sardegna, dopo il referendum anticasta i consiglieri si «riassegnano» lo stipendio” da Il Corriere on-line) !E tale emendamento, come al solito, è stato approvato praticamente all’unanimità! Mai un politico che si distingua per etica e moralità! Quando si tratta di difendere i propri privilegi tutti uniti. Insomma, l’irritazione per i politicanti che ormai serpeggia nella società civile, non ha insegnato nulla! Il popolo con un referendum dice che vuol tagliare lo stipendio del proprio dipendente che siede nelle istituzioni, e costui, con estremo disprezzo per la volontà popolare, fa ciò che gli pare, facendo rientrare dalla finestra ciò che era stato cacciato dalla porta. Dov’è la democrazia in questo paese? Come possono 60 consiglieri regionali infischiarsene del risultato del più importante, almeno teocricamente, strumento di partecipazione dei cittadini alla vita politica, senza che nessuno intervenga? Purtroppo l’autoreferenzialità dei politici è divenuta ormai intollerabile! Non sono loro che devono decidere sui privilegi che hanno, ma la popolazione da amministrare: i rappresentanti del popolo devono decidere soltanto sul modo di gestire la cosa pubblica, ma non devono stabilire autonomamente i propri privilegi, tra cui lo stipendio! Questi malfattori hanno dimostrato, per l’ennesima volta, la considerazione che hanno per i loro elettori, un disprezzo insormontabile quando si tratta di difendere i propri interessi, soprattutto economici. Che continuino pure con le loro furberie e ruberie, non fanno altro che alimentare il disprezzo che la popolazione nutre nei loro confronti: chi è causa del suo mal pianga sé stesso!

Una fragorosa risata vi seppellirà…

20 aprile 2012 1 commento

Una risata vi seppellirà

Una risata vi seppellirà

Il M5S viene dato in forte ascesa nei fantomatici sondaggi e il vecchio che avanza, partiti e lacché della stampa, fa quadrato insultando beppe grillo! E’ la prova concreta che, al di là delle scaramucce di facciata, i politicanti sono tutti uguali: recitano il teatrino della diversità di idee nei comizi e nelle tramissioni televisive, ma mirano soltanto a mantenere intatti i loro privilegi, che sono uguali per tutti. Basti pensare che l’ex ministro matteoli del pdl (Partito Dei Ladri), dopo aver descritto grillo come “un clown, un fenomeno da circo” , ha aggiunto di trovarsi totalmente d’accordo col baffetto malefico d’alema del pd (Partito Demente) che aveva definito grillo “un personaggio a metà tra il gabibbo e bossi“. Insomma, quando si tratta di difendere il proprio orticello, non c’è più distinzione di colore e di idee, sono tutti dalla stessa parte. Al di là del comico genovese, che esprime le proprie idee e che deve essere lasciato libero di farlo (visto che in italia si consente di parlare a delinquenti e puttanieri, lacché e faccendieri, non si comprende perché non potrebbe farlo un comico che in genere è più intelligente del politico), il M5S rappresenta quantomeno un segno di discontinuità, perché costituito da giovani senza alcuna militanza partitica e che di certo non sono peggio di coloro che negli ultimi 30 anni ci hanno portato allo sfascio, utilizzando la cosa pubblica per arricchirsi. Del resto, la bontà di questi movimenti è confermata proprio dalla presa di posizione di quei balordi che hanno fatto delle istituzioni dello stato uno strumento di potere personalistico: più costoro sbraitano, dimostrando il loro nervosismo per lp’attacco alla loro casta, più convincono i cittadini che bisogna cambiare aria! Il M5S ad oggi ha fatto cose concrete, basti considerare che ha rinunciato ai rimborsi elettorali: se loro lo hanno fatto, perché i partiti non possono? Perché tutti, alfano casini bersani d’alema, non appena si è chiesto di tagliare i rimborsi, peraltro illegittimi, hanno subito detto di no? Ecco cosa ci dovrebbe spiegare il baffetto malefico, perché la sua campagna elettorale deve essere finanziata con i soldi dei cittadini, mentre quella del M5S viene fatta senza chiedere nulla allo stato? Il baffetto malefico e i suoi compari di perenne militanza partitica e istituzionale andassero a lavorare sul serio finalmente, anziché elemosinare la bella vita a spese della comunità! Costoro sembra che debbano stare alla guida dello stato per diritto divino! Ha ragione toscani allora quando, parlando, tra gli altri del baffetto malefico, evidenzia: “Ha sempre perso, non è mai stato eletto, mi chiedo a cosa sia servito in questi anni” ( Dal sito on-line del quotidiano “Libero” – Toscani dà i voti ai partiti: “Lega diarrea, Pd falliti”) ! Ma se lochiedono un po’ tutti: a cosa ci sono serviti questi professionisti della politica in tutti questi anni, se non a farsi pagare il lauto stipendio da parlamentari e tutti i privilegi con le nostre tasse? d’alema, matteoli, veltroni, bersani, casini, fini, cicchitto, larussa, maroni, vendola, gasparri e tutta la casta: ahahahahaahhahahahaah, una grossa risata vi seppellirà!

Eliminiamo i partiti!

12 aprile 2012 1 commento

Partiti Politici - tanti colori per la stessa sostanza

Partiti Politici - tanti colori per la stessa sostanza

Autoreferenziali, non trasparenti, strumento di potere, caste, spreco di soldi pubblici: ecco cosa sono diventati i partiti! Dopo lo scandalo della lega ladrona, i vertici dei partiti che appoggiano il governo sanguisuga dei banchieri si sono riuniti, tutti insieme appassionatamente, per risolvere la situaizone della opacità dei bilanci dei partiti, ma, ovviamente, salvaguardando i rimborsi elettorali, illegittimamente reintrodotti dopo il referendum che ha sancito l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Ai cittadini si chiedono sacrifici, ma la politica italiana di sacrifici non ne fa mai! La previsione dei rimborsi elettorali è illegittima, perché contraria alla volontà espressa dal popolo mediante un referendum. Ma soprattutto è stato un’escamotage per reintrodurre il finanziamento cancellato per volontà dei cittadini. Dalle mie parti, rimborso spese significa che io presento la fattura di un acquisto e mi viene ridato, paro paro, i soldi che ho speso. Il rimborso dei partiti, invece, chissà perché, funziona in altro modo: un tot per ogni voto ricevuto! Pertanto, ricevendo i partiti, con questo sistema, soldi pubblici in quantità superiore a quelli spesi per la campagna elettorale, cosa fanno? Li investono, magari in Tanzania, oppure i militanti li mettono in tasca, utilizzandoli per scopi personali. Il tutto senza nemmeno un controllo da parte dello stato che tali soldi, pubblici, elargisce. Adesso gli esponenti dei maggiori partiti italiani si stanno accordando per sottoporre i bilanci al controllo di una commissione, il che è certamente un passo in avanti, ma a ridimensionare il finanziamento trasformandolo in vero e proprio rimborso non ci pensano nemmeno! I partiti si mangiano soldi pubblici, nell’interesse dei militanti che si sono trasformati in politici di professione. Aboliamoli i partiti, che non hanno nulla di democratico, mancando una disciplina legislativa che regoli la loro organizzazione interna. Aboliamoli, dando la possibilità alla democrazia di svilupparsi nella sua pienezza, ossia dal basso, con la possibilità per i singoli cittadini di associarsi liberamente in movimenti, dove non c’è militanza ma soltanto voglia di dare qualcosa alla collettività di cui si fa parte. Aboliti i partiti, coloro che si candidano alle elezioni facciano campagna elettorale, facendosi rilasciare le ricevute di tutti gli acquisti fatti, in modo da essere rimborsati dallo stato in caso di elezione! Otterremo due risultati in uno: un paese più democratico e un enorme risparmio economico per le casse dello stato. Noi non abbiamo bisogno dei professionisti della politica, ma di gente perbene che decide di guidare la cosa pubblica nell’interesse della collettività. Solo laddove non c’è un guadagno, vi è la scelta consapevole di servire la collettività. I partiti sono solo centri di interesse economico, uno strumento che consente di guadagnare senza lavorare, con gerarchie antidemocratiche: ABOLIAMOLI!!!

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Eccone un’altra


Giovanna Melandri - politico di professione

Giovanna Melandri - politico di professione

La melandri è l’esempio del professionismo della politica e, in poche parole, spiega che cosa è la politica per i nostri onorevoli rappresentanti: “E’ dal 1994 che siedo in Parlamento e non ho mai preso il doppio stipendio. Non ho fatto, come invece tanti miei colleghi, il deputato e al tempo stesso l’avvocato, il notaio, il commercialista… E quel che mi dispiace è che in futuro non ci potrà essere un’altra Giovanna Melandri, una ragazza come me che a 35 anni lascia un lavoro da economista in Montedison e decide di servire il suo Paese”. Bellissime parole, da applausi, se non fosse che sono state dette allo scopo di difendere l’odioso vitalizio dei parlamentari italiani. Si perché, la melandri lascia chiaramente intendere che per lei “servire il paese” significa innanzitutto essere pagata lautamente, mantenendo i privilegi che, in maniera autoreferenziale, i politici italiani si sono concessi dal dopoguerra ad oggi. Ma “Servire il Paese” dovrebbe significare anche fare sacrifici “personali” quando il paese è in difficoltà, e non solo chiederne alla popolazione. Perché la signora melandri non ha levato gli scudi quando il governo dei banchieri ha inciso sui diritti dei pensionati “normali”? Come mai non le dà tanto fastidio, lei che si ritiene una servitrice dello stato, che coloro che non riescono ad arrivare a fine mese possano essere “maltrattati”, nel bene del paese si intende, dalle manovre lacrime e sangue che lei vota in parlamento? No, la melandri alza la voce adesso che, arrivata a 50 anni, se fosse finalmente avviato il sistema contributivo anche per i parlamentari, rischierebbe di perdere il tanto sospirato vitalizio, che, dal suo discorso, è stato il vero obbiettivo che l’ha spinta a lasciare il proprio lavoro per “servire il paese”. Insomma, la vergogna non è dei parlamentari italiani, i quali hanno altre caratteristiche molto più materialistiche. Per tentare di “giustificare” il suo attaccamento al soldo pubblico, la melandri dapprima richiama il nome di Berlinguer ( senza essersi  sciacquata accuratamente la bocca) e poi la butta sulla necessità di una nuova classe dirigente fatta di giovani (“Mettere insieme una rappresentatività dí giovani sarà sempre più difficile. In futuro potrà candidarsi solo chi ha un notabilato sociale alle spalle, oppure ha un altro mestiere e continuerà a esercitarlo durante il mandato di deputato o senatore”). Ma la signora melandri dovrebbe entrare nell’ordine di idee che non è l’aspettativa del vitalizio e lo stipendio da 12.000 euro al mese a consentire la formazione di una nuova classe dirigente di giovani, ma soltanto una diversa cultura, nella quale la parola politica significhi “Servire il Paese”, anche prendendo uno stipendio di 2 o 3.000 euro al mese e accontentandosi di una pensione, contributiva, analoga a quella che percepisce la maggiornanza della popolazione. E poi, immancabile, tira in ballo lo spettro dell’anti-politica (“Non ho da recriminare nulla, ma ho paura di quello che resterà sotto le macerie del populismo”), senza ammettere, nemmeno lei, che l’unica causa dell’anti-politica nel nostro paese sono proprio loro, i rappresentanti della politica. Insomma, tutto il mondo è paese si direbbe, e qui da noi, destra, sinistra o centro quando si tratta di tutelare i propri privilegi tutti uguali sono! La melandri prenderà la pensione tra 10 anni? Chi se ne frega! L’operaio che lavora sulla catena di montaggio già deve arrivare a 67 anni con la speranza di percepirla!!!

Il cancro della corruzione


Guarguaglini - Grossi

I conuigi Marina Grossi e Pier Francesco Guarguaglini - la classe dirigente italiana!

Negli ultimi giorni sono scoppiati nuovi focolai di corruzione nel nostro paese, su tutti il noto caso Finmeccanica, caratterizzato da mazzette e assunzioni di figli e parenti di politici. Finmeccanica è lo specchio dell’Italia del dopoguerra: un paese corrotto, governato da persone di bassa cultura, che considerano la cosa pubblica come uno strumento di potere e di profitto, sprezzanti dell’interesse comune. La corruzione è alla base del degrado morale, civile ed economico del nostro paese; alimenta la criminalità organizzata; foraggia le diseguaglianze. E’ un cancro da estirpare, che tappa la crescita di un paese, facendo oltretutto passare un messaggio immorale ed odioso: la cosa pubblica è potere, da utilizzare per interessi personalistici, siano il profitto individuale o la “sistemazione della famiglia”. Ma allora perché in Italia non esiste una specifica legge anti-corruzione!  In attesa di un radicale cambiamento di mentalità, che porti a ritenere la posizione pubblica come rivolta a realizzare l’interesse della comunità, occorre intervenire con decisione, reprimendo gli abusi. Occorre finalmente interrompere il messaggio errato che la classe dirigente sta inviando! Occorre una legge speciale, che preveda la messa al bando di tutti coloro, politici e dipendenti pubblici o di società partecipate, che intaschino mazzette o comunque, per un qualsiasi motivo, facciano favori. Giustizialismo? Per nulla! E’ solo Giustizia e necessità di porre un freno immediato: a mali estremi, estremi rimedi. Occorre che chi venga colto con le mani nel sacco non possa più svolgere alcun ruolo nelle istituzioni o nelle imprese pubbliche, nazionali e locali. E se qualcuno dei suoi familiari è stato assunto a seguito di aderenze o favori, deve essere licenziato! E’ necessario finalmente introdurre il vero concetto di meritocrazia e di senso dello stato: la classe dirigente deve essere costituita dai più meritevoli e che vogliono davvero servire la comunità! Il tutto, ovviamente, accompagnato da processi veloci ed immediati! Non hanno ucciso alcun uomo, è vero, ma, facendo passare il messaggio che il potere è libertà di realizzare il profitto personale, ammazzano il senso civico di un intero popolo, calandolo nell’ignoranza di una sottocultura fatta di favori e scambi! Per cambiare la mentalità di un popolo serve una rivoluzione e la epurazione dei corrotti è il primo necessario passo!