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Posts Tagged ‘democrazia’

Paese vigliacco

3 gennaio 2012 1 commento

il futuro

il futuro

La prima forma di Stato moderno è stata lo “Stato assoluto”, caratterizzato dall’accentramento del potere nelle mani del re e l’unificazione territoriale, in opposizione allo Stato feudale. Dallo Stato assoluto si è passati poi allo Stato Democratico, nel quale la forma di governo prevede che la sovranità spetta al popolo che la esercita mediante i suoi rappresentanti liberamente eletti. L’ulteriore evoluzione vede lo Stato Democratico diventare stato del benessere o stato sociale, con lo scopo di garantire il benessere dei cittadini da cui gli deriva il consenso e la legittimazione. Uno stato, dunque, nel quale la collettività dovrebbe prevalere sul particolarismo, nel quale il bene comune dovrebbe rappresentare il fine ultimo che sovrasta l’interesse del singolo. Uno Stato, insomma, che, mediante i governanti liberamente scelti dai cittadini, dovrebbe tutelare gli stessi contro quei poteri diretti a realizzare l’interesse dei pochi. Purtroppo, però, la evoluzione descritta è rimasta pura teoria, perché lo stato del benessere o stato sociale è ben lontano dal venire. Oggi, infatti, l’interesse dei pochi prevale su quello della collettività. L’Italia è l’emblema dell’interessocrazia che nel tempo ha preso il posto dello stato assoluto, travestendosi sotto le mentite spoglie dello stato sociale. Il meccanismo distorto della libertà di voto, che viene usato per contrabbandare una democrazia inesistente, porta i poteri forti a controllare lo stato, attraverso il controllo delle elezioni. Ed ecco che lo Stato, per forza di cose, si fa forte con i deboli e resta debole con i forti. Quando poi la difesa dei poteri forti diviene complessa perché all’orizzonte si affaccia un tentativo di risveglio dei cittadini, i poteri forti bypassano anche l’apparenza delle elezioni, per mettere a capo dello stato un loro fedele servitore, il quale, proteggendosi con la scusa della crisi, dà bastonate che non finiscono mai. Le bastonate, però, vanno sempre ai deboli, ossia a coloro che non possono capovolgere la situazione! E allora giù con i tagli alle pensioni, con l’aumento delle tasse, l’aumento della benzina etc. Ed invece nessun intervento su banche, compagnie assicurative e rendite finanziarie! Ancor più emblematico il caso delle liberalizzazioni: l’unica fatta è quella che non serve a nessuno se non ai poteri forti! I negozianti sono liberi di tenere aperti i negozi anche di notte: ma se il cittadino comune, vessato da tasse e aumenti continui, non può comprare di giorno, perchè mai dovrebbe spendere di notte? Anzi, non soltanto appare puerile e semplicistico il piano attuato dal governo dei professori, ma leggendo bene tra le righe, esso non fa altro che offrire un ulteriore dono natalizio ai grandi poteri, quelli della grande distribuzione, che in questo modo potranno finalmente accaparrarsi l’intera clientela che magari, lavorando durante la settimana, deciderà di spendere solo la domenica. Ma la domenica il piccolo negoziante non sarà in grado di restare aperto, perché non può pagare gli straordinari ai dipendenti, e verrà quidni tagliato fuori dal mercato! Ed ecco, allora, che si susseguono i suicidi dei piccoli imprenditori, che non riescono più a portare avanti la propria attività, con l’obbligo di licenziare i dipendenti. E che dire dei privilegi dei politici? Il professore ne ha toccato almeno uno? Certo che no! Loro sono vigliacchi come il paese che dovrebbero governare: basta sostenere i forti, tanto i deboli non fanno notizia, soprattutto in uno stato dove non c’è un animo rivoluzionario!

Resistenza!

2 Maggio 2011 2 commenti

Vedere migliaia di ragazzi cantare a squarciagola Bella Ciao mi ha rasserenato l’animo, perché mi fa pensare che c’è un movimento di base, fatto di giovani, che resiste ad una società in decadenza e ad un mondo politico ormai isolato, che vive nei salotti facendo i propri interessi. Se solo quel movimento cominciasse a prendere coscienza della sua forza, una nuova primavera ci attenderebbe! Resistere, resistere, resistere e poi colpire, per realizzare finalmente una vera democrazia, fondata sul lavoro e sul futuro!

Smuoviamo le coscienze!


Telecrazia

Telecrazia

I regimi consumeristici e interessocratici che guidano il mondo occidentale, ed in particolare l’itaglia, hanno tutto l’interesse ad immergerci nel buio del finto benessere per evitare ribellioni. Le lobbies che guidano, con i loro voti, i poteri forti, continuano a propinare verità inesistenti per controllare le masse. In particolare, il controllo dell’informazione, mediante lo strumento dei finanziamenti, costituisce una micidiale arma di assuefazione ad un sistema di profonda ingiustizia sociale. L’era tecnologica ha creato strumenti di controllo mai visti fino ad ora. La pubblicità, i reality, i telegiornali di regime, la propaganda elettorale, le disamine delle partite di calcio non fanno che confondere le menti, con l’obiettivo di allontanare la massa da quelle verità di fondo che, se conosciute, determinerebbero un inevitabile rivolgimento del potere. Siamo diventati automi che devono produrre e consumare, perché più consumiamo più pensiamo di stare bene e meno apriamo la mente alla realtà in cui viviamo. Di fronte ad una violenza psicologica di tal portata storica non ci resta che svegliare le coscienze dei singoli. Occorre che ognuno cominci a pensare con la propria testa, guardando le cose per quello che sono, senza dover aspettare la penuria di pane per reagire ad un sistema costruito per arricchire i ricchi ed impoverire ulteriormente i poveri. La Giustizia Sociale è un principio naturale da realizzare perché tutti riacquisiscano la dignità di vivere in questo mondo di cui nessuno deve sentirsi padrone, ma del quale tutti sono meri ospiti. Allora, ognuno deve svegliarsi dal torpore dell’assuefazione da apparente benessere e spingere le persone vicine a fare altrettanto, perché soltanto in questo modo sarà possibile costituire un grande movimento di uomini liberi in grado di perseguire il fine comune del bene collettivo, buttando giù le torri nelle quali si annida il potere costituito, fatto di notabili interessati al mero profitto personale. Smuoviamo le coscienze di ognuno di noi per garantire a tutti gli uomini liberi di vivere dignitosamente!

Il volere del Popolo Sovrano

10 marzo 2011 3 commenti

Fila per le primarie del PD

Partecipazione alle primarie del PD

E’ di ieri la notizia che a Triggiano, ridente comune di circa 27000 abitanti nella provincia di Bari, le primarie del PD (partito che alle ultime comunali ha raccolto il 63% di consensi al primo turno!) hanno investito come candidato sindaco tal Adolfo Schiraldi. La notizia è che con il magnifico strumento delle primarie, intelligente mezzo di democrazia diretta che dovrebbe dare ai cittadini il potere di selezionare la classe politica, ha incoronato un indagato. Ora, che le primarie abbiano non pochi difetti è palese ma, il dato per me più interessante è che ad ogni occasione utile i cittadini mostrano la loro profonda appartenenza al “sistema”. Certo il PD ha un codice etico di mirabile fattura (che invito tutti ad andare a leggere, in particolare l’art.5),  secondo il quale quella persona non dovrebbe essere nemmeno candidato, ma in fondo perché applicare regole che ci si è dati da soli e soprattutto che nessuno legge? La palla quindi passa nel campo dei cittadini/elettori che coperti ed allineati corrono a dare leggittimità popolare a personaggi di chiara disonestà. Mi è venuto il sospetto che lo scandalo delle primarie a Napoli è scoppiato solo perché gli elettori si sono ribellati all’invasione dei cinesi anche nel campo del clientelismo, che porta ad un inevitabile abbassamento delle tariffe dei voti! Naturalmente tale atteggiamento si rispecchia anche nelle elezioni politiche. Ma siamo tanto sicuri che se le liste non fossero bloccate, gli elettori selezionerebbero meglio i propri rappresentanti?  Con queste premesse non so proprio come possa materializzarsi in Italia una seria ipotesi di cambiamento. Certo se a quelle primarie nel ridente comune di  Triggiano avesse deciso di presentarsi un cittadino onesto e volenteroso (da notare che anche il perdente non è del tutto fuori da indagini varie) e che, approfittando del magnifico strumento delle primarie,  migliaia di cittadini aderenti o meno al PD avessero dato il proprio appoggio al quel cittadino, ecco che si sarebbe aperto uno spiraglio in una diga. Ci vuole partecipazione, coinvolgimento, bisogna alzarsi dalla poltrona e capire che non è vero che il singolo non può fare niente; bisogna essere vigili e agguerriti e sfruttare ogni opportunità (come ad esempio le primarie) come grimaldello per scardinare certe logiche politiche; bisogna mettersi in gioco, non aspettare che qualcuno faccia qualcosa per noi! Non pensare che il male sia ovunque ma, cercare i modi di fregarlo “Il Male”, anche sfruttando i suoi stessi strumenti (come i partiti politici). Ecco, tale coinvolgimento, tale coscienza civile è forse più difficile di una rivoluzione violenta e “di stomaco”, di quelle che fanno tanto casino e poi non cambiano nulla.

Il Palazzo blindato

1 dicembre 2010 1 commento

Poliziotti in tenuta antisommossa

La Polizia di Stato difende Maroni e Co.

In occasione  del voto alla Camera sulla Riforma “Gelmini” dell’Università, il ministro degli Interni Roberto Maroni ha disposto un imponente spiegamento di forze (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza…manca la Forestale, forse non abbastanza degna di fiducia)  a difesa di  Montecitorio e Palazzo Chigi e di tutte le vie di accesso a suddetti luoghi in cui il Potere Legislativo dello Stato Italiano esercita la propria funzione.  Si sono blindati dentro, o hanno chiuso fuori tutti noi? La capacità coercitiva dello Stato nel suo massimo splendore difende le Istituzioni democratiche da … da … da un’orda di studenti … sì! Di STUDENTI!  Caschi, scudi, manganelli, divise … contro degli studenti, guarda caso proprio quelli che direttamente subiranno gli effetti della riforma di cui si discute dentro quei palazzi. Non sò voi ma io ci vedo un forte valore simbolico : uomini in armi, in divisa, ordinati ed allineati, in assetto antisommossa da contrapporre a dei giovani che stanno costruendo il loro futuro, la loro vita prima ancora di quella del Paese. In un momento in cui l’Italia è unita (cosa rara in 150 anni di storia) nel contestare questa riforma  con una serie di manifestazioni fantasiose, con motivazioni solide, con esperienze di vita e di lavoro precario e pieno di sacrifici, gli uomini di Palazzo si arroccano! Schierano le proprie milizie (proprie!?!? ma gli stipendi, le divise, i manganelli non glieli paghiamo noi?!? Bho!)  e chiudono le porte alle idee. Ecco, mai come in questo momento l’arcinoto solco che divide il paese “reale” dalle istituzioni e dalla politica, si fa tangibile, prende la forma di divise e manganelli. Anzi, questa divisione, questa distanza che il potere prende da tutti noi è voluta,  ostentata,  minacciata! Proprio oggi che la scomparsa di Mario Monicelli ha amplificato una delle sue ultime apparizioni pubbliche in cui auspicava “la rivoluzione” per salvare questo paese alla deriva, questi eventi prefigurano scenari poco incoraggianti di un potere pronto a tutto per non essere scalzato. E allora, la nostra speranza sono proprio loro, questi studenti e ricercatori che combattono (altra cosa rara nell’Italia unita) per difendere il loro futuro già incerto da altri colpi mortali;  spero che resistano, che vincano e che scendano dai tetti e dai luoghi simbolo della nostra cultura nazionale per continuare a protestare e combattere perché in questi anni l’azione di distruzione della scuola è stata costante e sistematica.  Le  forze giovani sono sempre precorsori di grossi sommovimenti sociali e vedere tanta partecipazione tanta decisione è sicuramente un fatto positivo.  In attesa che anche chi non è più studente si alzi dal divano e spenga la televisione, mi godo i lanci di uova, il Colosseo occupato, il tetto del CERN di Ginevra che parla italiano.