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La demonizzazione del diverso è strumento del potere oppressivo


Don Gallo

Don Gallo

A volte viene da chiedersi come mai dei concetti così semplici non siano fatti propri dalla classe dirigente. Un prete di strada dà la ricetta per evitare che il demonio venga usato per sottomettere la popolazione al potere costituito, che, pur di difendersi, si aggrappa a qualunque  specchio, anche quello delle credenze religiose. Dice Don Gallo: “Nessuno si libera da solo, è una norma pedagogica. La risposta sono la convivenza e la comunità. Un francese che ho letto si chiedeva ancora prima di Marx se un certo metodo di osservare le ricchezze e i privilegiati si sarebbe dovuto chiamare comunismo o comunità. Si guardi oggi alla situazione nei confronti degli immigrati, a quanto sono stati perseguitati. Da lì si capisce perché siamo in mano alle mafie. Si è ‘demonizzato’, termine azzeccato, di tutto. Si vedano le leggi che lo hanno fatto con le sostanze stupefacenti, che derivano da piante. E delle piante, come il papavero da cui deriva la cocaina o la cannabis, Dio è il creatore. Dunque sono demoniache o no? In realtà la ‘demonizzazione’ è tutto un trucco per criminalizzare chi usa quelle sostanze. Così si dà mano libera alle organizzazioni criminali, le carceri sono sovraffollate e si distrugge il principio di autodeterminazione. Allora si esorcizzi Kofi Annan quando dice che con gli stupefacenti si è sbagliato tutto” (http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/01/gallo-bacchetta-padre-amorth-esorcismo-posseduti-vanno-ascoltati/174333/). Io adoro quest’uomo: concetti semplici, la cui applicazione potrebbe capovolgere il sistema in cui ci costringono a vivere. Ma per questo messo a margini dalla gerarchia vaticana, da sempre connivente e complice del potere terreno.

La rete non si tocca!

6 ottobre 2011 2 commenti

Wikipedia contro la legge bavaglio

Wikipedia contro la legge bavaglio

Il regime ha paura. Fino a quando non c’era la rete era al sicuro, perché, finanziando i giornali, riusciva a “comprare” il loro silenzio. La rete è libera e, ciò che più conta, consente a chiunque di informarsi liberamente, magari scegliendo tra più punti di vista. Ed ecco allora che il governo vuol mettere la museruola all’unico organo di informazione veramente libero rimasto. Libero perché non finanziato da nessuno e, quindi, sotto il controllo di nessuno.

Ecco il comunicato di Wekipidia Italia che sintetizza il tentativo di sopruso dei poteri forti e dei servi che li rappresentano:

“Cara lettrice, caro lettore,

in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c’è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.
Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e gratuita.
Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.
Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l’obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.
Purtroppo, la valutazione della “lesività” di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all’opinione del soggetto che si presume danneggiato.
Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiedere l’introduzione di una “rettifica“, volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.
In questi anni, gli utenti di Wikipedia (ricordiamo ancora una volta che Wikipedia non ha una redazione) sono sempre stati disponibili a discutere e nel caso a correggere, ove verificato in base a fonti terze, ogni contenuto ritenuto lesivo del buon nome di chicchessia; tutto ciò senza che venissero mai meno le prerogative di neutralità e indipendenza del Progetto. Nei rarissimi casi in cui non è stato possibile trovare una soluzione, l’intera pagina è stata rimossa.
L’obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell’Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l’abbiamo conosciuta fino a oggi.
Sia ben chiaro: nessuno di noi vuole mettere in discussione le tutele poste a salvaguardia della reputazione, dell’onore e dell’immagine di ognuno. Si ricorda, tuttavia, che ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall’articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione.
Con questo comunicato, vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all’arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per “non avere problemi“.
Vogliamo poter continuare a mantenere un’enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?

Gli utenti di Wikipedia”.

Le loro mosse continuano ad aumentare uno stato di vero e proprio odio nei loro confronti: la casta continua a parare il proprio culo e cerca adesso di tappare la bocca a qualcosa di molto più grande di lei! Li aspettiamo la varco…

E cchè vvò rdì? L’arte di non far sapere le cose …

29 settembre 2011 2 commenti

Francesco Barbato (IdV) a sostegno dell' Alenia di Casoria

Francesco Barbato (IdV) a sostegno dell' Alenia di Casoria

Facciamo, un gioco! Questo blog deve aumentare i visitatori e allora facciamo una cosa commerciale, un bel QUIZ!

Cosa ci faceva l’On. Barbato alla Camera dei Deputati con la maglietta che vedete in foto ? SICURAMENTE la stampa nazionale ha dato AMPIE SPIEGAZIONI, vero? Quindi la risposta sarà facile.

Risposte :

a) Casoria, ridente città del napoletano  dalle antiche origini e dalla fertile terra, è stata talmente ridotta male dalla criminalità organizzata, dalla corruzione, dalla malapolitica, che la si vuole trasferire direttamente in centro-america tra Bogotà e Medellin dove potrà dare valido supporto alle attività criminali. Ma Barbato si oppone e da qui la maglietta.

b) La compagna dell’Onorevole, tale Giuditta Casoria,  è talmente soddisfatta dalla passionalità del compagno da non dover ricorrere all’autoerotismo. Con la maglietta, l’Onorevole lo rendeva noto a tutta l’Aula.

c) E’ in atto una azione di deindustrializzazione del Sud per meri interessi partitocratici di cui  l’azione più evidente sarà la chiusura dello stabilimento Alenia di Casoria, e quindi dentro quella maglietta con quella frase criptica l’On Francesco Barbato sintetizzava il marcio di una politica fatta di potere per il potere ed in totale spregio del bene comune. Ma facciamo un pò di chiarezza : a Pomigliano d’Arco(NA)  ha sede l’Alenia Aeronautica (azienda del gruppo Finmeccanica) che rappresenta l’Industria Aeronautica italiana. Quasta azienda ha sede in Campania perché raccoglie l’eredità di una cultura aeronautica incredibilmente ricca, ha le sue origini nelle Industrie Meccaniche Aeronautiche Meridionali SpA  (1923)  e  nelle sue evoluzioni ha progettato e costruito aerei civili, militari,  velivoli senza pilota, modifica e trasformazione velivoli … insomma se si parla di industria aeronautica in Italia, si parla di ALENIA AERONAUTICA.  Ha siti produttivi in Campania ( Pomigliano, Casoria, Capodichino e Nola), Puglia (Foggia e Grottaglie(TA) ), in Piemonte (Torino, Caselle (TO)  e Cameri (NO)) , Veneto (Venezia).  Lavora con tutti i maggiori produttori del mondo (dagli USA alla Russia passando per Francia e Germania) , con le tecnologie aeronautiche più avanzate al mondo (informatevi su chi produce parte della fusoliera del futuristico B787 completamente in fibra di carbonio!!).  Chiariamoci subito, non è diversa da tutte le grandi industrie statali o para-statali italiane, ovvero nella sua “eccellenza” è sempre stata un campo di battaglia per spartizioni politiche, per nomine, creazioni di clientele, di scambi di favori … in parole povere un chiaro specchio del nostro Paese; è stata usata anche come ammortizzatore sociale quando negli anni ’90 (si chiamava ancora Aeritalia)  assorbì la Selenia che era in crisi, lo stesso si è ripetuto un paio di anni fa con l’ OAN e l’anno scorso con l’Alenia Aermacchi di Venegono (VA), società che già controllava al 100%. E proprio con Aermacchi entra in campo uno scippatore col costume da Alberto da Giussano!  Uno scippatore in grande, perchè scippa INDUSTRIE! Se una società con circa 10.000 addetti, 10 siti produttivi che produce in proprio o in collaborazione una decina di tipologie di aerei tra civili e militari assorbe una con 1 sito produttivo e circa 1.800 addetti che produce 1 tipo di aereo (un addestratore), chi sarà ad avere il comando? In Italia, se la società da 1.800 persone è della provincia di Varese (feudo della Lega Nord attualmente al governo), allora comanda lei. Così come per magia nel giro di un anno tutti i posti di comando, i ruoli direttivi e decisionali di Alenia Aeronautica, sono passati a persone di Aermacchi. Saranno ottimi elementi, sicuramente migliori di quelli che prima dirigevano Alenia Aeronautica, anche se questi ultimi hanno avuto a che fare con un numero maggiore di partner, fornitori, subfornitori, clienti (da tutto il mondo e di un certo livello come BOEING, AIRBUS, Sukhoi), con un mercato molto più ampio, complesso e agguerrito, con problematiche produttive e organizzative maggiori … ma quelli che provengono da Aermacchi … che fino a ieri dirigevano un’industria che produceva un velivolo addestratore … hanno le qualità! Ma, non finisce qui! Chiaramente è industrialmente strategico spostare la sede legale della società dalla storica sede di Pomigliano (stabilimento con più di 4.000 addetti e con un indotto in Campania calcolato in 10.000 addetti) alla ridente Venegono Superiore (VA) . Per non parlare dei velivoli su cui si sceglie di investire :  nella ricerca di un nuovo velivolo da produrre, perchè investire ancora nel vendutissimo ATR (che ad oggi ha superato i 1000 esemplari venduti … vi assicuro che è una cifra blu per un velivolo del genere)  che ha ancora una mole enorme di ordini da soddisfare? No! L’ ATR (co-prodotto con l’Aerospatiale francese) ha il difetto che, per la parte italiana, è prodotto esclusivamente al sud .. .e allora investiamo in un progetto fatto con i russi della Sukhoi che non ha ancora dato i suoi frutti e che soprattutto impatta in modo irrisorio sugli stabilimenti del Sud! Insomma deindustrializzare il Sud per favorire il Nord, o meglio, il proprio orticello su cui poi andare a raccogliere clientele. Ecco, tutto questo era in quella maglietta ma, nessuno ve lo ha detto!

Smuoviamo le coscienze!


Telecrazia

Telecrazia

I regimi consumeristici e interessocratici che guidano il mondo occidentale, ed in particolare l’itaglia, hanno tutto l’interesse ad immergerci nel buio del finto benessere per evitare ribellioni. Le lobbies che guidano, con i loro voti, i poteri forti, continuano a propinare verità inesistenti per controllare le masse. In particolare, il controllo dell’informazione, mediante lo strumento dei finanziamenti, costituisce una micidiale arma di assuefazione ad un sistema di profonda ingiustizia sociale. L’era tecnologica ha creato strumenti di controllo mai visti fino ad ora. La pubblicità, i reality, i telegiornali di regime, la propaganda elettorale, le disamine delle partite di calcio non fanno che confondere le menti, con l’obiettivo di allontanare la massa da quelle verità di fondo che, se conosciute, determinerebbero un inevitabile rivolgimento del potere. Siamo diventati automi che devono produrre e consumare, perché più consumiamo più pensiamo di stare bene e meno apriamo la mente alla realtà in cui viviamo. Di fronte ad una violenza psicologica di tal portata storica non ci resta che svegliare le coscienze dei singoli. Occorre che ognuno cominci a pensare con la propria testa, guardando le cose per quello che sono, senza dover aspettare la penuria di pane per reagire ad un sistema costruito per arricchire i ricchi ed impoverire ulteriormente i poveri. La Giustizia Sociale è un principio naturale da realizzare perché tutti riacquisiscano la dignità di vivere in questo mondo di cui nessuno deve sentirsi padrone, ma del quale tutti sono meri ospiti. Allora, ognuno deve svegliarsi dal torpore dell’assuefazione da apparente benessere e spingere le persone vicine a fare altrettanto, perché soltanto in questo modo sarà possibile costituire un grande movimento di uomini liberi in grado di perseguire il fine comune del bene collettivo, buttando giù le torri nelle quali si annida il potere costituito, fatto di notabili interessati al mero profitto personale. Smuoviamo le coscienze di ognuno di noi per garantire a tutti gli uomini liberi di vivere dignitosamente!

Pubblica (dis)informazione e desolanti revirement

8 settembre 2010 Lascia un commento

A. Minzolini e S. Berlusconi

Augusto Minzolini (e il suo padrone)

Non voglio soffermarmi sul servilismo del direttore (?!) del tg1, perché fin troppo evidente. Del resto, la prima rete nazionale, e non solo, è sempre stata al servizio del padrone di turno, che, fatto odiosamente notorio, si sceglie il proprio giornalaio lacché di turno che faccia da portavoce. Vero che quello attuale ha una sfacciataggine senza eguali, da fare invidia persino a Vespa, ma è altrettanto vero che fino a ieri quasi nessuno si era lamentato degli editoriali di prima serata del Minzolini, salvo i soliti pochi noti. Anche sulla necessità di “ripulire” il tg nazionale da giornalai faziosi e senza spessore si è levato il grido di FareFuturo, ovverosia il periodico on-line di Fini: ma i finiani dov’erano quando Minzolini fu nominato? Possibile che sia divenuto scomodo soltanto quando  c’è stata la rottura con il dittatorello? E le posizioni all’interno della RAI ricoperte da uomini di Fini? Costui critica il bombardamento mediatico delle testate berlusconiane, puntualmente arrivato con lo strappo da colui al quale nessuno deve dire di no, e poi scioglie i suoi segugi della notizia soltanto dopo essere stato estromesso dal partito co-fondato. Se questa è la politica delle italiche terre, non può non regnare tra gli elettori lo sconforto per una confusione che regna sovrana, forse volutamente. Io la leggo in questo modo: o Fini negli ultimi 16 anni, come ironizza qualcuno, ha vissuto davvero su Marte oppure ha coabitato con il gran capo sulla base di un mero compromesso politico. Se fosse vera la prima, allora Fini, tornato sulla terra, potrebbe felicemente andarsene in pensione perché non avrebbe la stoffa per dirigere la cosa comune. Se si optasse per la soluzione del compromesso la vicenda risulterebbe ancor più deprimente, perché, in soldoni, significherebbe che i due fondatori del pdl avrebbero convenuto di non darsi fastidio finché avessero ottenuto il proprio tornaconto. Leggi tutto…